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Sul Cip6 il Governo però rimane distratto

Silvio Berlusconi (2010).jpgE’ di poche ore fa il commento del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di fronte ai risultati del referendum che ha visto il raggiungimento del quorum e quindi l’abrogazione del ritorno del nucleare in Italia.  “A seguito di una decisione che il popolo italiano sta prendendo in queste ore dovremo dire addio al nucleare, dovremo concentrarci tantissimo sulle rinnovabili”, queste le parole di Silvio Berlusconi

Ma il nostro Premier Silvio Berlusconi non era forse uno dei più acerrimi nemici delle politiche europee su gli obiettivi del 20-20-20 così come dichiarato anche nel corso dell’ultimo  summit sul clima tenutosi a Bruxelles lo scorso mese di ottobre? Le notizie hanno la memoria corta e i politici se ne approfittano. Del resto l’ecologia è un tema di sinistra e le rinnovabili sono solo per pochi, tranne nel momento in cui tornano di grande attualità politica. Attualità che probabilmente nei prossimi mesi investirà tutto il settore dove, ancora una volta, la faranno da padrone le logiche mediatiche. Il caos normativo è la vera notizia di attualità ma questo non importa. Questo forse il Premier Berlusconi non lo sa e, in questo momento, non interessa a nessuno così come non interessa sapere che il problema non è nucleare contro rinnovabili o viceversa ma una seria politica energetica di cui l’Italia ha bisogno per andare avanti. Di questo, al momento, non si è ancora sentito parlare.

Non si è neanche mai sentito parlare di mettere mano all’anomalia tutta italiana del CIP 6, cioè l’incentivazione alle cosidette fonti assimilate prodotte bruciando scarti di raffineria e rifiuti. La sola cosa che il Governo è riuscito o ha voluto portare a casa è stata la proposta ai grandi produttori come Edison, Erg e Saras, del pagamento di una corposa penale in cambio di una rescissione anticipata dei contratti che, ovviamente, in pochi hanno accettato. Pacta sunt servanda, i patti vanno rispettati: quando si parla di Cip6 vale la certezza del diritto e il rispetto dei contratti stipulati. Se, come ha dichiarato il premier, la marcia è in avanti, perché non si rimette mano anche al Cip6?