Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Di Francesco Ranci (da New York)

Avendo a cuore i destini della “green economy” è difficile non augurarsi che dalle elezioni presidenziali statunitensi esca confermato Barack Obama. Mitt Romney, nel suo discorso di accettazione dell’investitura a sfidante che ha concluso il congresso del partito repubblicano, ha candidamente negato ogni preoccupazione sul livello dei mari, e implicitamente sul clima terrestre, scatenando le risate e gli applausi dei delegati.

Sarà interessante verificare se Romney, che nella sua carriera politica ha compiuto “virate” piuttosto notevoli, confermerà il suo scetticismo in materia di crisi ambientale globale nel corso dei tre dibattiti televisivi con Obama. Ma più interessante è il fatto che questi dibattiti, e segnatamente il primo che si terrà mercoledì 3 ottobre, rappresentano per lo sfidante l’ultima speranza di rovesciare una situazione che i sondaggi dipingono come disperata a meno di quaranta gorni dal 6 novembre.

I quattro punti di vantaggio che il Presidente vanta nelle intenzioni di voto a livello nazionale non sono molti. Ma nello stato dell’Ohio, senza i cui voti elettorali nessun candidato repubblicano ha mai conquistato la presidenza, i sondaggi parlano di un solo vincitore mentre sono iniziate le le operazioni di voto anticipato – opzione di cui si avvarrà un numero non insignificante di elettori. Stesso discorso vale per l’Iowa, che vale solo sei voti elettorali ma che consentirebbe a Obama di superare la fatidica quota 270. Ovviamente, Ohio e Iowa porterebbero il totale a 271 escludendo sorprese negli stati che per consolidata tradizione votano il candidato democratico. Ma di possibili sorprese in questo senso non vi è traccia nei sondaggi. Al contrario, guardando agli altri “swing states” (Florida, North Carolina, Virginia, Colorado, Nevada e New Hampshire), Romney è ovunque costretto a rincorrere, mentre per raggiungere quota 270 deve vincerli quasi tutti.