Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

(AFP / Getty Images)

Per testimoniare l’enorme impatto ambientale dei giacimenti di gas il Financial Times ha pubblicato oggi un’immagine dallo spazio: le luci corrispondo ai fuochi accesi nei giacimenti di gas.

L’America tra un ventennio non solo avrà smesso di importare una sola goccia di petrolio dal Golfo Persico, ma sarà diventata la nuova Arabia Saudita, autosufficiente ed esportatrice netta di energia”. Così scrive Federico Rampini sulle pagine de La Repubblica di oggi, citando i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia. 

Un nuovo fenomeno energetico che vedrà l’America superare persino la Russia ma che porterà con sè conseguenze pesantissime. “Il North Dakota”, riferisce Rampini, “è invaso da lavoratori in nero, disposti ad accettare qualsiasi sfruttamento ed esposizione pur di partecipare alla nuova manna petrolifera. E gli ospedali locali sono travolti da ammalati e vittime di infortuni sul lavoro”.

Ma non solo. Per raggiungere la nuove frontiera di indipendenza energetica il gas bruciato nel North Dakota l’anno scorso è aumentato del 50 per cento e i permessi per la combustione in Texas sono cresciuti di sei volte rispetto al 2010. Questo vuol dire, secondo la Banca Mondiale, che gli Stati Uniti sono tra i peggiori paesi per svasatura dietro la Russia, la Nigeria, l’Iran e l’Iraq. E la tecnica del “flaring”  – la tecnica usata per bruciare”i resti” del gas – è responsabile del 20% di emissioni di carbonio in più, solo nel North Dakota.