Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

Mentre si accende l’inceneritore di Parma e la giunta Pizzarotti dichiara di “avere anche altri obiettivi”, si sprecano le pagine e i commenti sui programmi della Grillonomics

Sono giorni difficili per il nostro paese ma la strumentalizzazione dei temi non smette di riempire le cronache dei giornali. Inserti economici del livello di Affari e Finanza e Corriere Economia danno oggi ampio spazio ai programmi economici del Movimento5Stelle: il primo criticandone aspramente le politiche, il secondo valutando le opportunità che i titoli green quotati a Piazza Affari potrebbero cogliere da un eventuale politica verde di Grillo.

In entrambi i casi è interessante notare come i temi dedicati alla sostenibilità siano tornati di grande attualità con la solita formula minestrone: energie pulite a oltranza, risparmio energetico a tutti i costi, uso della bicicletta e ritorno al modello di produzione locale, in difesa dell’italianità. Temi importanti su cui il Movimento 5 Stelle ha raccolto consensi ma su cui, a ben vedere, mancano una serie di tasselli importanti. Ad esempio, il tema energia, che punta sul riscaldamento a basso impatto ambientale, la cogenerazione e l’efficienza di tutto il sistema.  Si insiste molto sugli incentivi alle rinnovabili e si propone l’abolizione del Cip6. Un programma a parole perfetto, degno dei sogni del miglior ambientalista che si scontra però con una serie di problemi pratici, di non poco conto. Il primo, per dirla con le parole del liberista Carlo Stagnaro, dell’Istituto Bruno Leoni: “solita fuffa sulle rinnovabili, priva di qualunque collegamento con la situazione attuale. In particolare i grillini sembrano non essersi accorti che il sistema elettrico italiano soffre, oggi e nel futuro prevedibile, di overcapacity”. “Quindi”, prosegue Stagnaro, l’ultimo dei problemi è accrescere la potenza disponibile”.

O perlomeno, è necessario distribuire la potenza e soprattutto adeguare la rete affinchè tutto il sistema (rinnovabili e non) funzioni al meglio. E per questo, forse i grillini non lo sanno, ci vogliono soldi che in periodo di recessione non è facile trovare. E soprattutto ci vogliono degli investimenti sul territorio attivati da una crescita economica virtuosa e non da un decrescita poco felice e distruttiva. E’ inutile parlare di decrescita in un paese dove il crollo del PIL e la disoccupazione ci stanno già portando inesorabilmente verso questa strada. La deindustrializzazione del paese è già in atto da tempo. Ora è solo ufficialmente entrata a far parte dei programmi politici.

“Non proponiamo nuove strategie di crescita ma un diverso modo di vivere e produrre”, dicono il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz e Mauro Gallegati, professore di economia ad Ancona e intellettuale organico alla rete del Movimento”.

Come tutto ciò sia compatibile con un paese dove si sono perse 70 mila aziende nell’ultimo quinquennio, i cassintegrati sono oltre i 3 milioni e i giovani disoccupati arrivano a quasi il 40%. Un paese dove le banche (i grandi nemici) hanno chiuso i rubinetti, dove i carrelli della spesa sono vuoti ma i prezzi continuano a salire e dove il 30% della popolazione è a rischio povertà. Ditemi voi se questo non è sviluppo sostenibile: consumiamo meno, abbiamo meno risorse economiche a disposizione, non possiamo permetterci di usare l’auto perché la benzina costa troppo (in alternativa usiamo la bicicletta) e magari, se abitiamo in campagna, ci sfamiamo con i pomodori del nostro orto.

Il processo di decrescita quindi, programmi economici dei grillini o meno, è in atto. Ricordiamoci però che lo sviluppo sostenibile e la green economy, quelli concreti, sono e rimangono ancora appannaggio delle grandi corporation, dei monopoli e delle banche. E’ vero, il programma del Movimento5Stelle prevede lotta dura e senza paura a questi esempi di “capitalismo senza capitali”, di cui tutti potremmo fare a meno vivendo beatamente felici con il nostro assegno di cittadinanza e il nostro orto sotto casa, meglio se urbano.

Nel frattempo, a Parma, si è riacceso l’inceneritore Iren, la cui chiusura era stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Federico Pizzarotti, leader del Movimento5Stelle. Ma in politica si sa, tutto è concesso e le promesse possono non essere mantenute anche da parte di chi dalla politica continua a prendere le distanze. “Le battaglie non si combattono perché si è sicuri di vincerle, ma perché è giusto portarle avanti. Era importante fermarlo ma abbiamo anche altri obiettivi più importanti dal punto di vista della salute, sia del messaggio che vogliamo far passare”, dichiarava Pizzarotti ai microfoni di Lucia Annunziata nel corso della trasmissione In mezzora.