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Lunedì al voto il Decreto Sviluppo dove è stato inserita la proroga al “quarto conto energia”: se confermato costerà agli italiani altri 1,2 miliardi in bolletta

Ed eccoci di nuovo alle prese con il tipico vizietto di casa nostra: la proroga o, per meglio dire, la sanatoria. Questa volta si tratta di una voce che nella nostra bolletta energetica è indicata come A3 e che prevede il finanziamento alle fonti rinnovabili. Una spesa che, grazie alle italiche capacità di cambiare le carte in tavola, anche quest’anno potrebbe aumentare. Il condizionale è d’obbligo perchè la proposta di proroga è ancora in discussione al Senato (la Commissione voterà il testo del decreto Sviluppo lunedì, martedì sarà l’ora dell’aula) ma se venisse confermata costerà agli italiani altri 1,2 miliardi da sborsare via bolletta. Una cifra che andrebbe ad aggiungersi ai 6,7 miliardi già sborsati quest’anno per la quarta versione del conto energia (la forma di finanziamento al fotovoltaico nda) e che prorogherebbe, di fatto, gli incentivi per tutto il 2013. Per gli addetti ai lavori una procedura già vista due anni fa e che porta il triste nome di Salva Alcoa: allora furono “prorogati” altri 3,5 miliardi di euro pagati dai contribuenti italiani per i prossimi vent’anni ma nulla fu destinato allo stabilimento sardo di cui oggi ben conosciamo il destino.

Ed ecco che il copione si ripropone a distanza di due anni coinvolgendo, questa volta, non più i grandi impianti fotovoltaici a terra ma quelli sugli edifici pubblici. Se poi pensiamo che la maggior parte di questi impianti sono sui tetti degli edifici pubblici è evidente che, a pagare anche per il risparmio energetico dei loro amministratori, sono sempre i cittadini.

Una bel pacco, doppio pacco e contropaccotto che per il momento ci è stato consegnato da PD e Pdl e su cui, se confermato, ne vedremo delle belle. Non dimentichiamo che il precedente “Salva Alcoa” è ancora al centro di indagini della Magistratura perchè allora ci fu la corsa agli incentivi e i furbetti non mancarono.