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Ultima, in ordine di tempo, la denuncia di Federconsumatori su come si vorrebbe scaricare di nuovo sui cittadini i costi degli incentivi alle imprese energivore. Questa volta l’iniziativa riguarda il costo del gas.

Foto: balocchiitaliani.myblog.it

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Bollette bancomat, o meglio, bollette strumento di prelievo fiscale e di politica economica e soprattutto, bollette sempre più difficili da saldare perchè troppo care. L’ultima “trovata” contenuta nell’art. 6 del decreto Destinazione Italia riguarda il costo del gas e il tentativo di ridurne i costi. Peccato che, secondo Federconsumatori, tale emendamento approvato in Commissione attività produttive alla Camera su proposta di NCD, a tutto serve tranne che a diminuire l’onere sui consumatori. Si legge infatti che: “al fine di promuovere la competitività delle imprese industriali, i corrispettivi a copertura degli oneri generali di sistema applicati al consumo di gas e i criteri di ripartizione dei medesimi oneri a carico dei clienti finali sono rideterminati dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversine del presente decreto.”

In pratica, scrive ancora Federconsumatori, dopo aver scaricato sulle bollette elettriche delle famiglie (nel maggio scorso) ben 600 milioni di Euro di sgravio fiscale a favore delle imprese energivore (vale a dire quelle che per alimentare il proprio ciclo produttivo impiegano grossi quantitativi di energia), oggi si ripete la stessa musica per il gas. Un’operazione intollerabile che potrebbe pesare sulle utenze domestiche per circa 600 milioni di Euro, che andrebbero ad annullare il previsto calo delle bollette del gas nel 2014, dopo che nel 2013 si sono registrati i valori più alti dal dopoguerra (sia per le bollette del gas che per quelle dell’energia elettrica).  Cosa ancor più assurda se si pensa che l’imposizione fiscale sulle bollette del gas è già al 35%, il doppio rispetto alla media europea. Peraltro, in bolletta, paghiamo anche la tassa sulla tassa, vale a dire l’IVA come se stessimo acquistando un bene di consumo.

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Per non parlare poi dei cosidetti oneri di sistema che sulle bollette elettriche gravano per circa il 34% e con cui paghiamo ogni sorta di servizio a favore delle Ferrovie dello Stato o per lo smantellamento delle centrali nucleari, che arrivano a circa 230 euro l’anno e che nulla hanno a che fare con i nostri consumi di elettricità.  Costi che, tra l’altro, annullano i pochi benefici della diminuzione del costo dell’energia all’ingrosso stimato da Assoelettrica intorno al 16%.

Come scrive Federconsumatori: “si trovino altre strade per incentivare le imprese in difficoltà, senza intaccare il potere d’acquisto delle famiglie già in forte crisi”.