Le regioni più verdi d’Italia sono Trentino Alto Adige, Basilicata e Friuli Venezia Giulia. Nelle ultime posizioni Liguria, Lazio e Puglia. A dirlo è Fondazione Impresa che ha elaborato uno specifico indice di Green Economy (IGE), allo scopo di comprendere lo stato della Green Economy in Italia e di contribuire allo sviluppo di azioni di accompagnamento, di riconversione e di orientamento dell’esistente.
Tra i principali settori coinvolti nell’economia verde energia, agricoltura biologica, imprese e prodotti, trasporti, edilizia, rifiuti e turismo sostenibile. L’Indice di Green Economy consente di comporre la fotografia dell’Italia verde e di stilare la classifica delle regioni italiane più orientate alle opportunità di business offerte dalle Green Economy. E questa fotografia ci fa capire di come, questa volta, l’Italia non sia spaccata tra Nord e Sud ma che variegate sono le situazioni delle regioni.
Le regioni meridionali sono ben piazzate soprattutto negli indicatori che esprimono business prioritari, come agricoltura biologica e turismo sostenibile. Al secondo posto si trova infatti una regione meridionale, spesso sconosciuta o dimenticata, la quale però deve avere una menzione speciale quanto a numero di operatori (569,3/100.000 abitanti), superficie agricola bio (20,7%/SAU) e aziende zootecniche (55,9/100.000 abitanti). Molto buoni sono, inoltre, le performance nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non idriche. Per ciò che concerne il mix di energie rinnovabili nelle regioni italiane, che misura l’incidenza della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, distinguendo tra fonti idriche, eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse, la Basilicata è una delle regioni che presentano il miglior mix in Italia. Anche rispetto alla diffusione di alloggi agrituristici e B&B le regioni meridionali mostrano i valori migliori, sono tuttavia penalizzate nell’indicatore che esprime la diffusione di piste ciclabili, dove vanno molto meglio regioni come Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto.
Le regioni settentrionali hanno, invece, registrato le performance migliori nei settori dei rifiuti e dell’edilizia. Lo testimoniano i dati sulla raccolta differenziata: Trentino Alto Adige,Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia differenziano rispettivamente 56,8%, 52,9%, 48,5%, 46,2%, 42,7%, 42,6% dei rifiuti totali, contro la media italiana di circa 30 punti percentuali. Lo testimoniano anche i dati sulle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
“Attraverso la lettura delle classifiche settoriali è possibile evincere due approcci di-versi ma complementari di concepire la Green Economy. Nelle regioni settentrionali la Green Economy tende a tradursi nella presenza di una spiccata sensibilità ambientale che caratterizza i singoli, ristretta, cioè, entro i limiti delle abitudini e della sfera individuale e privata. Nelle regioni meridionali, invece, la Green Economy sembra tradursi come strategia di sviluppo economico, svincolata dalle abitudini individuali, ma finalizzata a fare business. Le regioni meridionali infatti sono ben piazzate soprattutto negli indicatori che esprimono business prioritari, in particolare agricoltura biologica e turismo sostenibile.”. Ciò è quanto si evince dal documento di Fondazione Impresa. Il dato interessante è che l’economia verde può rappresentare una vocazione dell’intero Paese e non prerogativa assoluta di una specifica area geografica.
Buone notizie quindi da un’Italia che spesso non viene raccontata e da un meridione che, al contrario di ciò che vogliono farci credere, è competitivo, moderno e soprattutto verde.
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