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Il 18 febbraio a Firenze si chiuderà la procedura di insolvenza per poi dare il via al progetto Km Verde

DA FIRENZE

Massimilano Cintolesi (a sinistra), Stefano Sepe (al centro) e Silvia Anselmo della RSU Fim Cisl

Se arrivi da Firenze, dalla statale, non puoi non vederlo: è uno stabilimento enorme, ancora in ottime condizioni, che occupa 40 mila metri quadrati su un’area di 60 mila in via Meucci, a Scandicci. La cosa più sorprendente è il silenzio e la scritta sopra la portineria: Italia Solare Industrie. Una grandiosa insegna su sfondo blu che ti fa pensare a centinaia e centinaia di persone che una volta varcavano quei cancelli. Industria Solare Italiana occupava però una minima parte degli spazi: un piccolo capannone in fondo all’immenso stabilimento. Oggi, a ricordare quei tempi, solo il pulmann che puntuale come allora, tutti i giorni alla stessa ora, arriva a via Meucci e, senza fermarsi, ritorna indietro. Nessuno sale più su quel pullman da tempo e i soli rimasti a presidiare la fabbrica sono gli esponenti della RSU di Fim Cisl, Fiom Cgil e UIL che stazionano in un gabbiotto per ripararsi dal vento gelido. “Quel pullman”, spiega Silvia Anselmo operaia polivalente e rappresentante della RSU Fim Cisl, “era stata una grande conquista sindacale perché finalmente i lavoratori che arrivavano dalla provincia di Arezzo potevano contare su un servizio pubblico offerto dall’azienda”.

Allora erano i tempi d’oro, i tempi in cui la svedese Electrolux a Scandicci produceva migliaia di frigoriferi venduti in tutto il mondo e gli oltre 300 lavoratori potevano contare su un posto di lavoro sicuro. Ma dal 2005 le cose iniziano a cambiare, i mercati ad avere altre logiche e per gli operai un lungo calvario con i primi esuberi incentivati. E’ del 2008 la notizia che gli svedesi se ne vanno da Scandicci e che gli advisor stanno cercando un nuovo imprenditore per riconvertire lo stabilimento: agli operai la promessa di tre anni di lavoro presso la nuova società.

Ed è Massimo Fojanesi l’uomo che dovrà guidare questo cambiamento con l’allora Mercatech Energia Futura, diventata poi Italia Solare Industrie.

Lo stabilimento Elecrolux di via Meucci a Scandicci

Nel giugno del 2009 Electrolux cessa definitivamente la propria produzione ma solo nel febbraio dell’anno dopo i primi operai potranno rientrare al lavoro. Tra questi, Massimiliano Cintolesi, operaio e rappresentate della RSU Fim Cisl che ha visto la consegna della prima linea produttiva di 25 MW portata poi, da lì a pochi mesi, a 50MW. Secondo un comunicato dell’epoca, la produzione a regime avrebbe dovuto raggiungere una capacità complessiva di 150MW entro fino luglio ma già nell’aprile del 2010 viene aperta una cassa integrazione ordinaria.  Come spiega Massimiliano Cintolesi: “iniziammo a capire che forse qualcosa non andava. Dopo un corso di formazione ci siamo presentati al lavoro ma non sempre eravamo impegnati su tutta la linea e i ritardi sul pagamento degli stipendi si sono fatti sentire quasi da subito”. E, da subito, per Massimiliano e gli altri dipendenti ISI iniziano altre incertezze: produzioni a singhiozzo si alternano a periodi di cassa integrazione. Poi, nel settembre 2010, termina definitivamente la produzione per mancanza di fondi e a novembre non arrivano più gli stipendi.

Negli anni del boom del fotovoltaico italiano un progetto di riconversione industriale stava inspiegabilmente morendo in silenzio e, con esso, le speranze delle 373 persone e delle loro famiglie. Allora non si parlava ancora di concorrenza cinese, di crisi dei mercati, di credit crunch. Erano gli anni in cui gli incentivi erano garantiti dallo Stato, dove le produzioni erano ancora su piccola scala e dove le politiche di sostegno attuate dal Ministero per non far morire l’area industriale di Scandicci erano una garanzia.

Stefano Sepe, operaio polivalente e rappresentante RSU Fim Cisl, con la sua compagna, è uno degli operai ex Electrolux che dal 2009 aspettano, come altri 50 nuclei familiari, di varcare di nuovo i cancelli di via Meucci. “Noi”, spiega Stefano Sepe, “abbiamo una bambina di 7 anni e siamo riusciti a sopravvivere grazie anche all’aiuto della Regione che con Fidi Toscana ci ha fatto avere un anticipo di 5000 euro sugli stipendi. Un periodo così lungo, senza lavorare, ti può distruggere la vita”.

Gianfranco Simoncini, Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive della Regione ToscanaNel frattempo è proprio dalla Regione Toscana e dall’Assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini (nella foto) che arrivano le rassicurazioni. Secondo quanto riportato da Toscana Oggi la società Easy Green, nata dalle ceneri della ISI e dell’Electrolux, si appresta a dare corso al progetto Km Verde, il piano industriale recentemente confermato e presentato alle istituzioni e ai sindacati. Simoncini, preso atto di quanto riferito dall’azienda, ha informato sugli ultimi sviluppi, spiegando che Easy Green ha aumentato il capitale sociale e fatto ricorso a ulteriori finanziamenti per portare a termine l’operazione. Ad oggi sono già 10 le banche che hanno dato parere positivo e formalizzato il finanziamento, mentre soltanto 2 stanno ancora ultimando le procedure. La società, sentito il Tribunale, ha verificato che la scadenza della procedura è il 18 Febbraio.

L’azienda, sempre secondo il Notiziario della Regione Toscana, ha inoltre riferito che la prossima settimana darà corso al piano operativo anticipato durante l’incontro fra proprietà, istituzioni e sindacati e procederà con le attività necessarie al ripristino della produzione.
Alla società Easy Green si sono affiancati anche En-eco e Solar Light Energy, coinvolti nel progetto complessivo al quale è stato dato il nome di Km Verde, destinato ad occupare circa 260 addetti.

Sul numero di quanti verranno riassunti rimane però un’incognita. Come spiega ancora Stefano Sepe della RSU, “secondo il nuovo piano 135 lavoratori saranno assorbiti da Easy Green, 75 da En-eco e altri 48 da Solar Light Energy. In tutto 258 sui 373 ex Electrolux”.

Per quanto riguarda la volontà di En-eco di localizzare la produzione in un altro sito, sempre in Provincia di Firenze, Riccardo Baglini, Amministratore Delegato della società ha confermato che: “manterranno tutti gli impegni assunti in termini di occupazione, quali firmatari dell’accordo. Il reintegro dei lavoratori avverrà in tre anni, di pari passo con il nuovo piano industriale dell’azienda e l’aumento della capacità produttiva delle linee destinate al micro eolico e al fotovoltaico”. “Proprio in questi giorni”, ha spiegato Riccardo Baglini, “stiamo facendo i colloqui con i lavoratori perché abbiamo bisogno di mano d’opera specializzata e contiamo, già dai primi di marzo, di poter essere operativi. Nel 2012 contiamo di arrivare a 1450KW di produzione di mini-eolico e abbiamo acquistato una nuova linea produttiva di 3MW sul fotovoltaico. Perciò avevamo bisogno di spazio subito e abbiamo dovuto anticipare i tempi di definizione dell’accordo. Scandicci rimane un nostro obiettivo così come il progetto Kilometro Verde poiché tante sono le sinergie con la nuova proprietà con cui stiamo continuando a collaborare”.

Oggi la minima a Firenze ha segnato meno uno ma gli operai davanti a Industrie Solare Italiana non mollano il presidio.

La nostra speranza”, dice Stefano Sepe, “è che degli imprenditori del nostro territorio si stiano impegnando per risolvere questa situazione e vogliamo credere che questa volta sia quella buona”.

Intanto il pulmann del servizio regionale torna a via Meucci per la sosta delle tredici ma a bordo non c’è ancora nessuno.

La trasmissione di inchieste di Riccardo Iacona si è occupata del caso Electrolux per raccontare, allora, “come la crisi dello stabilimento di Scandicci, si sia positivamente risolta con l’accordo tra la multinazionale e EF energiefuture“.

Guarda qui “Futuro”, la puntata di “Presa diretta” andata in onda domenica 1 marzo 2009 d.