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La procura di Brindisi fa luce su una gigantesca operazione che avrebbe portato a lucrare 303 milioni di contributi pubblici: 27 impianti fotovoltaici finiscono sotto sequestro

Da Repubblica.it

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“Pulita deve essere non solo l’energia, devono essere puliti anche i conduttori e produttori di energia”, così ha commentato l’inchiesta Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia. Vendola ha parlato della mancanza di regole nel settore dell’energia rinnovabile e dello Stato che in tutti questi anni è stato un grande assente. “Per noi è stata una lotta spasmodica quella per ottenere dai Comuni le informazioni utili a costruire una anagrafe degli impianti”, ha aggiunto Vendola.

La dichiarazione di Vendola arriva a seguito dell’operazione “Black out“, operazione compiuta dalla Procura di Brindisi che ha visto l’arresto di 12 persone e di 24 persone finite sotto inchiesta  per associazione abusiva, abusi edilizi e falso.

E’ questo l’epilogo ma non sicuramente la fine di una maxi inchiesta partita più di un anno fa dove il protagonista, secondo gli inquirenti, è Josè Luis Javier Romero, la primula rossa di un sistema che ha fruttato centinaia di milioni di euro. La prima tranche di incentivi statali, circa 7 milioni di euro, avrebbero già preso il volo verso paradisi fiscali come le Isole Vergini, Capo Verde e Lussemburgo. Secondo il quotidiano La Repubblica del 19 settembre, pagine di Bari, tra gli indagati a piede libero, risulta anche l’imprenditore salentino Paride De Masi, ex presidente del comitato “Energie rinnovabili” di Confindustria Puglia.

Ventisette sono gli impianti a cui la Procura di Brindisi ha staccato la spina: 37 megawatt distribuiti su 120 ettari di campi nei territori di Brindisi, Francavilla Fontana, Torre Santa Susanna e Cellino San Marco. Un maxi sequestro a cui gli inquirenti sono arrivati dopo ben undici operazioni dello stesso genere: 150 sono gli imputati (molti dei quali già rinviati a giudizio) e diverse centinaia gli ettari di terreno sequestrati.

Una storia iniziata nei campi del Salento nella primavera del 2011 con le prime eclatanti inchieste su “gli schiavi della green economy”, giunta alle cronache nazionali nell’estate del 2012 con il coinvolgimento del Global Solar Fund e la cinese Suntech (colossi del solare a livello mondiale) e tornata alla ribalta oggi con i sequestri eclatanti. Una storia dove a prevalere è ancora una volta l’ingordigia umana: di fronte alla decisione del Governo italiano di chiudere in anticipo gli incentivi si è scatenata una folle corsa per chiudere in tempo i lavori e allacciare gli impianti. Centinaia di lavoratori costretti a lavorare giorno e notte e autorizzazioni strappate con l’inganno.

E questa è una delle storie raccontate ne “Il sole, le ali e la civetta”, su cui le indagini stanno finalmente facendo luce.