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Un progetto del Barefoot College e di Enel Green Power per insegnare alle donne del Sud America a costruire pannelli solari

Sono donne, tra i 35 e i 55 anni, già nonne, le prescelte per il nuovo progetto del Barefoot College, la ong indiana che da 40 anni si batte per aiutare le comunità rurali più svantaggiate a diventare autosufficienti. Per 6 mesi queste donne, giovani e meno giovani, dovranno frequentare un corso di formazione e studiare da “ingegneri” per imparare a costruire, in totale autonomia, un pannello solare. Una volta rientrate in Brasile, Cile, Colombia, Guatemala o Perù, dovranno cimentarsi nella realizzazione di un impianto solare in grado di fornire elettricità al loro villaggio oltre a formare altre donne ed esportare il modello in villaggi vicini. Le comunità che hanno aderito si sono impegnate a mettere a disposizione un’area comune in cui allestire un laboratorio/officina per le volontarie, alle quali i vari capi famiglia dovranno pagare una tariffa per il servizio. L’importo sarà molto basso e comunque inferiore a quello che le famiglie spenderebbero per procurarsi candele, kerosene o petrolio.

Un’opportunità per tante donne, perlopiù analfabete che all’ “Università a piedi nudi” (questo il nome in italiano del progetto) verranno formate senza condividere la stessa lingua ma solo utilizzando i suoni, i colori e i gesti. Una rivoluzione dal basso, guidata da delle donne, anzi delle nonne.  

Infatti sono proprio le donne di una certa età ad avere maggiore autorità all’interno delle comunità e soprattutto hanno un carico familiare meno impegnativo rispetto alle giovani madri con tanti bambini da accudire. Se la scelta fosse caduta sui mariti, spiegano da Enel Green Power, “il rischio sarebbe stato l’abbandono dei villaggi per le grandi città”.  

“Il concetto alla base del Barefoot College è molto semplice. Tutte le persone in giro per il mondo che vivono con meno di un dollaro al giorno hanno diritto ad avere la luce: the right to light“, ha spiegato Bunker Roy, fondatore e presidente della Ong indiana, tra le 100 persone più influenti al mondo secondo il Time.

Un impulso dal basso e non un’imposizione perchè, come ha spiegato Francesco Starace, ad di Enel Green Power durante la presentazione del progetto a Parigi: “noi produciamo energia dove la pioggia cade, dove il vento soffia, dove il sole brilla, e lo facciamo li’, in loco, per anni e anni. Perche’ siamo in grado di trovare un equilibrio, un accordo con le popolazioni che vivono in quei luoghi”.