“L’oro verde” perde il suo splendore in tutto il mondo
E’ cambiato il vento o, il sole, per le energie rinnovabili a livello mondiale.
Secondo uno studio condotto da Deloitte e pubblicato dal magazine Renewable Energy World, molti progetti sono fermi o, in difficoltà, a causa della situazione economica a livello globale, alla contrazione del credito e, alle incertezze legislative.
Il report riporta tendenze e sviluppi nel settore e, da un’analisi fatta sui vari paesi del mondo, emerge che nel 2011 si presenteranno nuove sfide importanti per tutto il comparto e il ruolo dell’energia rinnovabile, nell’ottica di sviluppo di un’economia low carbon, dovrà essere necessariamente ripensato.
La politica degli incentivi a livello globale
L’incertezza fiscale e legislativa è una parola comune nelle stanze del potere, non solo in Italia. E poiché alcune economie hanno già rivisto la loro situazione, altre stanno prendendo in considerazione una revisione delle “politiche di incentivazione” il che, dice il report, renderà la green economy sempre meno interessante per gli investitori.
La politica comune a quasi tutti i Governi, a livello mondiale, è di offrire incentivi che garantiscano un buon ritorno durante le prime fasi di sviluppo così da incoraggiare gli investimenti nel settore, garantendo ritorni interessanti nel medio, breve periodo.
La cosa importante, secondo Deloitte, è cambiare questa tendenza e garantire nel tempo gli incentivi. Come in Italia, altri paesi hanno invertito o stanno invertendo la rotta.
Ad esempio, i recenti cambiamenti del conto energia spagnolo hanno scoraggiato il mercato mentre ciò che sta accadendo in Gran Bretargna, con la revisione dello schema feed in tariff, sta creando parecchio scompiglio.
Il Cile, la Polonia, la Repubblica Ceca, il Sudafrica e la Corea del Sud stanno cercando di andare in controdentenza ma prevale comunque l’incertezza dovuta alla situazione generale.
Questo, secondo Deloitte, a causa della recente crisi finanziaria che ha spinto i Governi a rivedere la politica degli incentivi dirottando le proprie risorse su altre aree, meno onerose, come ad esempio l’efficienza energetica.
Il report si attende inoltre nel prossimo futuro cambiamenti legislativi in molti mercati importanti: il futuro piano cinese energetico sembra abbia subito uno stop, mentre la situazione rimane poco chiara in Australia a seguito delle elezioni federali dello scorso anno.
I Governi, secondo Deloitte, dovrebbero focalizzarsi non sulla politica e sul consenso ma sulla crescita del mercato, garantendo regolamentazioni chiare e semplici che rimangano tali per tutto il ciclo di vita del progetto.
Quello delle rinnovabili rimane quindi un settore fortemente dipendente dai crediti d’imposta governativi e dai sussidi e, per questo, conclude lo studio, particolarmente vulnerabile.
I finanziamenti privati e “l’oro verde”
In questi ultimi anni il settore ha potuto attrarre capitali da private equity, venture capital e fondi di investimento sovrani in un momento in cui i prezzi del petrolio erano alti e forte era il bisogno di tagliare i gas serra.
I settori tradizionali delle rinnovabil, come vento, sole e bio carburanti continueranno ad essere molto interessanti per gli investimenti mentre altre aree come marino e geotermico stanno maturando per diventare, nei prossimi cinque anni, delle opzioni percorribili da private equity e venture capital.
Secondo il rapporto di Deloitte, un altro freno agli investimenti sono le dimensioni dei progetti che rimangono ancora di scala troppo piccola, soprattutto quando competono con infrastrutture energetiche più importanti.
In termini di capacità e creazione di posti di lavoro il settore delle rinnovabili ha rappresentato, fino ad oggi, un’interessante opportunità occupazionale Per il futuro però, conclude il rapporto, è necessario un ulteriore investimento per addestrare una nuova generazione di personale competente in grado di affrontare le sfide tecnologiche necessarie alla sopravvivenza di tutto il comparto.
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