Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

E’ un pozzo senza fondo, un business inarrestabile e incessante. La corruzione, in Italia, non ha risentito crisi. Al contrario, si arricchisce impoverendo lo Stato, come un cancro, “le cui metastasi si sono allargate in modo generalizzato. Invasivo. Silenzioso. Difficile da debellare”.
A metterlo nero su bianco, i dati e le storie del dossierCorruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce e inquina il paese“, curato da LiberaLegambiente Avviso Pubblico.

Un fenomeno in costante crescita che riguarda  anche la corruzione ambientale: un vero e proprio cancro per la salute e per il patrimonio naturalistico del Paese. Le inchieste portate avanti dal 1 gennaio 2010 al 30 settembre 2012 sono state 78, individuate in 15 regioni tra nord, centro e sud. Inchieste che riguardano principalmente il ciclo illegale dei rifiuti – dai traffici illeciti agli appalti per la raccolta e la gestione dei rifiuti – quello illegale del cemento, le autorizzazioni e larealizzazione di impianti eolici e fotovoltaici, oltre alle inchieste sulle grandi opere e alleemergenze ambientali con relativi interventi di ricostruzione. Indagini che hanno portato a1.109 arresti per i reati associati.
Nello specifico, il dossier dimostra come su 33 grandi opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2011 siano lievitati i costi pubblici per la realizzazione da 574 milioni di euro dell’assegnazione iniziale a 834 milioni di euro attuali. Un peso che grava sui cittadini e che è causato principalmente dalla collusione tra criminalità e classe politica

La corruzione nel nostro Paese costa ad ogni cittadino 170 euro all’anno di reddito non prodotto, incidendo negativamente sul Pil di 10 miliardi di euro e soffocando la produttività annua del 6%.

Una notevole perdita di ricchezza per un Paese già attanagliato dalla morsa della crisi economica. Un fardello pesante – secondo la Corte dei Conti il costo diretto della corruzione viene stimato intorno ai 60 miliardi di euro, pari a mille euro per ogni italiano –  ma ancora più pesante sono i danni politicisociali eambientali che essa porta con sè: ” la delegittimazione delle istituzioni e della classe politica, il segnale di degrado del tessuto morale della classe dirigente, l’affermarsi di meccanismi di selezione che premiano corrotti e corruttori nelle carriere economiche, politiche, burocratiche”. E ancora “il dilagare dell’ecomafia, attraverso fenomeni come i traffici di rifiuti e il ciclo illegale del cemento, che si alimentano quasi sempre anche grazie alla connivenza della cosiddetta zona grigia, fatta di colletti bianchi, tecnici compiacenti, politici corrotti”.

L’arma classica della corruzione è ancora la tangente: secondo l’ultima rivelazione di Eurobarometer 2011 effettuata sui 27 Paesi dell’Unione Europea, in Italia il 12% dei cittadini abbia dovuto dare una “mazzetta”, contro la media europea dell’8%. Un dato spaventoso, che dimostra come lo scorso anno 4 milioni e mezzo di italiani siano stati coinvolti direttamente in episodi di corruzione.

Ed è ovviamente il politico la figura del corrotto modello: secondo gli italiani, il 56,5% considera i partiti “estremamente corrotti” , mentre il 67% pensa che l’abuso di potere per fini privati e il ricevere tangenti sia il modus operandi dei politici italiani di ogni livello, dal nazionale al regionale fino al locale.
Dati che chiedono, alla classe politica attuale, una precisa scelta di campo: quella di approvare il disegno di legge anticorruzione, oltre ad applicare la confisca dei beni ai corrotti già presente nella Finanziaria 2007.