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Torna di attualità la storia di chi, da Scanzano Ionico, si oppone da anni al deposito

Nato a Scanzano Ionico nel 1976, segno dei pesci, laureato in Scienze Politiche all’Università di Bari, di professione, precario. Pasquale Stigliani nel 2003, anno in cui il Governo annunciò la costruzione a Scanzano Ionico (Matera) del deposito nazionale dei rifiuti nucleari chiesto dal Governo Berlusconi, aveva 27 anni. Oggi è un giovane consigliere comunale, eletto da 231 elettori di Scanzano Jonico e che, da sempre, è innamorato della sua terra.
Del resto, ci racconta, “ho potuto studiare grazie proprio a questa terra. Mio nonnno da bracciante è diventato imprenditore agricolo e, mio padre da operaio, mi ha consentito di laurearmi a Bari e di trasferirmi a Roma. La mia è una famiglia dove ho sempre respirato l’amore e il rispetto per il territorio in cui viviamo: la grande piana agricola del Metapontino conosciuta da tutta Italia per le fragole”.

E sono proprio le fragole, le protagoniste del libro “Fragole e Uranio” (Edizioni Palomar) scritto da Pasquale Stigliani, insieme a Francesco Buccolo, oggi tornato di grande attualità.

Il libro ripercorre la protesta dei cittadini lucani contro il progetto del Governo di installare una discarica di scorie nucleari a Scanzano Jonico. Allora, contro il deposito, protestarono per oltre 15 giorni in 100.000 e, la prefazione al libro di Beppe Grillo racconta che: “La gente scesa nelle strade ha spinto i propri rappresentanti a non disattendere il loro mandato, a non agire per l’interesse personale, di partito o di una parte, ricordandogli che il loro unico obiettivo è quello di agire nell’interesse di tutti. Nell’interesse generale.”

Tra i protagonisti della lotta, i due autori, che hanno dato voce alla rabbia e alla paura della popolazione verso scelte troppo spesso azzardate nei metodi e, nei tempi. In un viaggio da Terzo Cavone, campo base della rivolta, a Roma, gli autori riscoprono solidarietà e comunanza di interessi, quelli stessi valori che hanno caratterizzato le lotte contadine del passato.

Guarda il video con l’intervista ai due autori.

“La salvaguardia del territorio e della sua gente”, ci racconta Pasquale, “spesso non interessa ai politici, tantomeno quando si parla di nucleare. I rappresentanti della società Sogin che nel 2003 avevano individuato Scanzano come un sito idoneo, oggi sono gli stessi che ricoprono le poltrone del Ministero dello Sviluppo Economico e che stanno definendo il nuovo piano nucleare italiano. In attesa di vedere pubblicata l’elenco ufficiale dei siti, sappiamo che Scanzano è ancora in lista. Quando leggiamo di nucleare leggiamo solo di omissis e di conflitti”.

“Penso”, prosegue Pasquale, “che in Italia oggi ci sia ancora una totale assenza di conoscenza di ciò che vuol dire sicurezza nucleare e, non vi sia alcuna trasparenza verso i cittadini. Il conflitto di conoscenza, genera il conflitto sociale che nel nostro territorio è oggi più che mai presente perché non ci fidiamo di chi dovrebbe decidere del nostro futuro. Sappiamo che una zona come quella di Scanzano e la miniera di sale dove vorrebbero stoccare le scorie nucleari, non sono assolutamente adatte. Basta guardare la puntata di Report su le miniere di Asse, in Bassa Sassonia, tra Amburgo e Hannover dove, dopo 30 anni, la falda acquifera risulta contaminata. Senza contare poi le ripercussioni sull’agricoltura e, sul turismo, nuova opportunità occupazionale su cui si sono e si stanno investendo diversi soldi”.

Oggi Pasquale si occupa di energia pulita come consulente per Ises Italia (International Solar Energy Society), è stato segretario generale di Assosolare (Associazione Nazionale Industria Fotovoltaica) e continua la sua battaglia contro il nucleare come membro del Direttivo di “ScanZiamo le scorie”, l’Associazione contro il progetto di deposito delle scorie radioattivi.

pasqualestigliani.blogspot.com

Settimana prossima pubblicheremo gli ultimi dati Ipsos su cosa “pensano gli italiani del nucleare” mettendoli a confronto con gli ultimi pubblicati dall’Istituto di Ricerche di Pagnoncelli durante la trasmissione Ballarò del 14 marzo 2011.

Continuate a seguirci per sapere se, anche quando si parla di nucleare, le notizie hanno la memoria corta.