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Fiorenzo Fina, Amministratore Delegato di GA Energia Padova

Dopo il post di ieri su le frodi in provincia di Pordenone e sui furbetti che pensano di usare il fotovoltaico per le loro truffe, ho intervistato Fiorenzo Fina Amministratore Delegato di GA Energia Padova che da 10 anni lavora nel settore e che cerca di promuovere, anche on line nei vari forum e gruppi di discussione, la trasparenza di questo mercato dove spesso le ombre non mancano. “Il mercato del pesce”, secondo molti, riguarda anche tutta la catena del valore del fotovoltaico: dai produttori agli installatori.  Ingegnere chimico, classe 1969, barese ma trapiantato a Milano e poi a Padova, Fiorenzo Fina ha lavorato nell’area commerciale e marketing di aziende multinazionali del settore termoidraulico, industriale e delle energie rinnovabili, tra cui Helios Technology, produttore di pannelli fotovoltaici.

Uno dei temi su cui Fiorenzo Fina si dice “particolarmente agguerrito”, è quello dei prezzi. “Oggi”, mi spiega Fina, “ci scontriamo con la risposta “Mi hanno fatto un prezzo più basso”. Solo raramente però l’interlocutore ha anche una completa informazione sulle qualità dei componenti che va ad acquistare”. Fiorenzo Fina non va tanto per il sottile quando parla del mercato italiano e, mi spiega che: “troppo spesso si incontrano molte aziende improvvisate e assolutamente non specializzate, magari riciclate da settori vagamente “affini” che si mescolano con i numerosi operatori professionali. Per non parlare di soggetti che, abituati a operare in settori cronicamente in crisi, non si fanno scrupoli a lavorare con margini risicati se non addirittura sotto costo”. La ricetta di Fina, potrebbero essere alcune parole chiave come: “trasparenza, correttezza, strategia di settore, competenza, qualità e chiarezza delle informazioni da trasmettere, anche quelle meno piacevoli”. “Tanto per citarle un esempio“, prosegue Fina, “recentemente ci siamo visti respingere un preventivo  per l’installazione di 200 kWp su un capannone in zona Padova perchè una “fantomatica” azienda di Treviso aveva offerto al nostro cliente 1700 euro al kWp, chiavi in mano”.

Quindi”, secondo l’Amministratore Delegato di GA Energia Padova, “è importante insistere sull’importanza della qualità. E ricordare che, un cliente soddisfatto e consapevole, è un ottimo mezzo per farsi conoscere. Questo comporta la costruzione di un rapporto cliente-fornitore che deve necessariamente e solidamente fondarsi su trasparenza e fiducia e non, come spesso ho visto accadere, su una trattativa commerciale al ribasso. A mio parere, per investimenti a lungo termine, il prezzo è uno dei parametri secondari, se non marginali”.

Fiorenzo Fina non risparmia le critiche a chi, come mi spiega: “non offre un servizio di solida professionalità, requisito fondamentale per un settore come il nostro, ad alto contenuto tecnologico e caratterizzato da investimenti con orizzonti temporali lunghi. I produttori che creano un mercato fasullo, fatto di prodotti di scarsa resa e dubbia qualità, si ritroveranno un domani con un vuoto di richieste perché ne hanno affossato la credibilità. Al tempo stesso, il cliente è non solo autorizzato ma invitato a chiedere delucidazioni, approfondimenti e garanzie”.

I produttori di moduli“, dichiara ancora Fina, “ad oggi, offrono garanzie di producibilità nell’ordine dei 25 anni, periodo che permette di rientrare dai costi vivi e sfruttare il potenziale produttivo. Possiamo però affermare, con trascurabile margine di errore, che un prodotto di scarsa qualità non raggiungerà questo obiettivo. A chi si rivolgerà allora il proprietario? Che opinione si farà della possibilità di consigliare ad un amico di installare un impianto?

Alla domanda se il fotovoltaico sta diventando “un mercato del pesce” dove i cinesi determinano i prezzi e, se esiste per davvero un “Made in Italy” Fina spiega che: “il Made in Italy, o meglio, il Made in UE esiste realmente e sono diversi i produttori che certamente realizzano un prodotto europeo al 100% e che perciò risponde a requisiti di qualità ed affidabilità certi e ben definiti. Esistono, poi, altri moduli, più o meno validi, le cui fasi di lavorazione hanno luogo, in percentuali diverse e più o meno conformi al premio del 10% del IV Conto Energia, in Europa o Asia”.

I colossi asiatici” conclude Fina “approfittano della loro immensa disponibilità di forza lavoro a basso costo per praticare prezzi stracciati in questo mercato, ma sfrutta anche una tendenza non so quanto tipicamente italiana alla ricerca spasmodica dello “sconto”. Fior di imprenditori, con grandi estensioni di capannoni e produzioni in attivo, non chiedono lumi sulla qualità dei materiali in relazione al prezzo proposto, ma mirano a fare un “buon affare”, perdendo di vista l’essenza intrinseca dell’impianto fotovoltaico in quanto investimento a lungo termine”.