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Carlo Stagnaro, economista liberale nominato consulente per il Ministro Guidi: si occuperà di energia e di liberalizzazioni del mercato. Un incarico che potrebbe mettere a dura prova gli attuali sussidi alle fonti rinnovabili oltre alle politiche per la riduzione della Co2 e gli impegni italiani in tal senso.

download (1)In rete la voce girava già da qualche giorno ma Stagnaro non si è mai sbilanciato. Solo un semplice tweet: “wait and see”, con uno smile di commento. Uno smile a cui hanno risposto in tantissimi sulla pagina Facebook dell’economista liberista,  37 anni, una laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il territorio, un dottorato in economia presso IMT Alti Studi di Lucca e un incarico come Direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni.

Una nomina che per chi bazzica gli ambienti confindustriali era già scontata dal momento in cui il Ministro Federica Guidi in più occasioni aveva coinvolto Stagnaro e gli economisti dell’Istituto liberista per la preparazione di tesi congressuali e, una volta al ministero, si sarebbe attivata per averlo accanto a sé. Peraltro Carlo Stagnaro nei giorni della nomina di Matteo Renzi a Presidente del Consiglio, era già pronto con la sua ricetta per ridurre del 10% le bollette energetiche.

Un uomo, una soluzione? Probabilmente sì o quantomeno è quello che in tanti si augurano scorrendo ancora i commenti pubblicati oggi sulla pagina di Facebook di  Stagnaro. In tanti lo invocano ma altrettanti lo temono. Stagnaro infatti è uno dei pochi in Italia che ha fatto i conti in tasca alle rendite garantite ai produttori di energia rinnovabile  oltre ad essere contro ogni forma di sussidio varato via bolletta elettrica.  Quantomeno ne vorrebbe un riallineamento per favorire la tanto invocata liberalizzazione del mercato.

Le principali cause del caro-bolletta sono tutte riconducibili a decisioni pubbliche: una liberalizzazione lasciata a metà, pesanti manovre di “politica industriale” (si pensi ai sussidi alle fonti rinnovabili), frequente confusione tra le competenze del governo e quelle dall’autorità dell’energia, (Carlo Stagnaro, Corriere della Sera del 17 febbraio 2014).

Per ridurre la bolletta di 4-6 miliardi di euro l’anno servono inoltre, secondo Stagnaro, interventi di natura tariffaria e riforme di più ampio respiro quali il superamento dell’attuale regime di maggior tutela per i clienti domestici e piccole imprese e la riforma del titolo v della costituzione per accelerare gli investimenti nelle reti. Ma non solo. Il pensatore liberista ha più volte espresso le proprie perplessità sull’efficacia delle politiche contro la riduzione delle emissioni alla luce dell’attuale crisi economica. Si tratta di un obiettivo estremamente sfidante e, quindi, difficile da raggiungere”, commentava all’AdnKronos. Aggiungendo: “in un periodo di tempo più lungo ossia tra il 1990 e il 2012, abbiamo ridotto le emissioni del 18% e gran parte della riduzione è avvenuta tra il 2008 e il 2012, ossia a causa della crisi economica e non delle politiche ambientali messe in atto. I nuovi obiettivi dunque devono essere fissati in una prospettiva, speriamo, di crescita economica”.

Dura vita quindi al mondo di estrazione ambientalista che nel Ministero dello Sviluppo Economico potrebbe – forse – non trovare più un alleato, dopo anni  di dominio bersaniano. Del resto l”articolo dal titolo “Il grande gombloddo fossile: 1402 miliardi di sussidi alle fonti fossili” ben spiegava lo Stagnaro pensiero e non risparmiava dure critiche al documento pubblicato da Legambiente sui sussidi alle fonti fossili.

“Se accetteremo la fine dei sussidi fossili, il bando del petrolio e la decrescita felice, finalmente potremo vivere in un paese prospero, con milioni e milioni di green jobs, ambientalmente sostenibile, e un reddito medio pro capite di 200 euro l’anno (c’è sempre però la storia dei 12 miliardi, boh)”, così scriveva Carlo a cui vanno tutti i miei migliori auguri di buon lavoro.

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