Da Umpi, azienda di Cattolica, il lampione intelligente che trasforma semplici pali per l’illuminazione in vere e proprie centraline facendo risparmiare il 45% di energia
Prendi un qualsiasi punto luce di una città, mettilo in rete come se fosse un indirizzo internet, dotandolo di sensori e di telecamere, ed ecco un sistema intelligente anzi smart per illuminare i grandi centri urbani.
E’ questo il progetto della Umpi, azienda di Cattolica fondata nel 1982 da Piero Cecchini, diventata oggi un caso di export da manuale. Una tecnologia italiana utilizzata soprattutto in Spagna dove oltre quindici città oggi si avvalgono del sistema intelligente di Umpi per la tele gestione dell’illuminazione pubblica. Oltre 5200 lampioni, dal Nord al Sud della penisola iberica, sono stati infatti equipaggiati con il Minos System.
Ma non è solo la Spagna ad utilizzare i brevetti targati Umpi. Su 30 chilometri dell’autostrada del Belgio è attivo il “Minos System” che trasforma la rete di illuminazione pubblica in altrettanti reti Lan. In pratica la luce di ogni lampione può essere dosata a piacere e, per le amministrazione locali che proprio nell’illuminazione stradale hanno una delle voci di spesa più importanti, è sicuramente un gran risparmio. Risparmi stimati intorno al 40% che, fatti i debiti conti anche in Italia, farebbero spendere decine di milioni di euro in meno alle regioni. Ad esempio in Puglia le casse della Regione potrebbero risparmiare 19.207.776 euro o, quelle della Lombardia, 35.963.676 euro.
In un’ipotetica Italia divisa in tre parti il Sud e le Isole potrebbero avere un risparmio annuo di 95.758.908 euro, il Centro Italia di 57.500.310 euro e il Nord, fino a 114.720,648 di euro risparmiati.
Cifre importanti che ad oggi sono state prese in considerazione solo dai comuni europei e, non da quelli italiani. Il principato di Andorra è il caso più eclatante perchè per la prima volta un intero Stato si è dotato di un sistema intelligente che consentirà una serie di servizi in divenire. Ogni lampione infatti può funzionare come punto di telesorveglianza, telesoccorso, connessione a Internet, controllo dei parcheggi e alimentazione di veicoli elettrici ma anche da centralina di allarme in caso di emergenza ambientale.
L’investimento, dicono da Umpi, si ripaga da solo entro 5-7 anni e, da quel punto in poi, si liberano risorse per i servizi alla cittadinanza. Nei prossimi anni la crescita dell’azienda di Cattolica si prevede vertiginosa. Oggi è infatti leader in un mercato, quello delle smart cities, destinato a passare dagli 8 miliardi di dollari del 2011 ai 10 miliardi del 2016 e, ai 108 entro 10 anni. Le previsioni del management di Umpi parlano di un raddoppio di fatturato per quest’anno e di un budget per il 2015 da 50 milioni di euro.
Vediamo se anche l’Italia saprà cogliere questa sfida. E’ proprio di oggi la notizia la notizia che da Bruxelles sono in arrivo 11 miliardi da spendere in 10 anni per sviluppare i sistemi smart in previsione dell’Expo che si terrà a Milano nel 2012.
Dalla Umpi intanto ci sono già riusciti, senza un euro di finanziamento pubblico. Alle volte basta solo girare l’angolo di casa per scoprire le infinite risorse dell’innovazione italiana e utilizzarle al meglio senza ricorrere ad altri grandi investimenti.
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