Continua la campagna della Lega contro le rinnovabili. Questa volta, con un articolo del giornalista Roberto Schena che sulle pagine del quotidiano La Padania di oggi riprende un articolo dell’Economist e definisce “enormi panzane” le politiche dell’Onu sui cambiamenti climatici. Tra le panzane più grosse, secondo il quotidiano della Lega ci sono le rinnovabili e il potenziale che queste potrebbero raggiungere nei prossimi anni. Secondo la Padania l’IPCC, l’organismo dell’Onu che si occupa dei cambiamenti climatici si sarebbe fatta redigere il rapporto da Greenpeace e dalle aziende del settore delle fonti pulite. Insomma, roba da non crederci in tutti i sensi!
La Lega e le rinnovabili (2)
da Lucia Navone | Lug 19, 2011 | Green economy de noantri | 2 commenti
cara Lucia,
vorrei esprimere la mia opinione in merito a questo richiamo dell’articolo pubblicato sulla padania ,
il punto di partenza vorrebbe essere il continuo attribuiure all’uomo un potere sovra-naturale, ovvero la capacità di cambiare il clima alla terra… mi sembra un pochino troppo , sinceramente, al massimo siamo testimoni di una sistematica distruzione di un patrimonio umano cresciuto in milleni di alternanza ( anche violenta) di culture che si sono integrate e sommate per arrivare ad un livello che attualmente paga lo scotto della supremazia del vile denaro a quella del libero pensiero, il tutto in concomitanza con un ciclo “normale” di surriscaldamento , ( a cui seguirà uno di raffreddamento tra 100-200 anni )per il quale vogliamo fare i portatori di bandiere non nostre.
la realtà dei numeri parla chiaro, ci sono 86.000 teraW disponibili nelle risorse solari (solo quelle della luce su tutta la terra), attualmente i consumi mondiali di energia si attestano sul valore complessivo di 15 teraW (compreso tutto, nucleare e petroli..), mi pare chiaro che un preciso ordine di idee andrebbe spostato sulle rinnovabili a minor costo ( il fotovoltaico )poi se tra 20 anni saremo al 50% o meno , l’importante sarebbe: fare il nostro dovere.
le fandonie dei demotivanti di mestiere, si basano solo su principi di oligarchie che ormai conosciamo e che sono anche dalla parte dei produttori di verde,
nel senso che ci sono i grandi gruppi di investitori nelle fonti rinnovabili che ostacolano la crescita dei micro produttori perchè oramai ben sanno cosa vuol dire dare in mano alle masse l’input ( vedi le borse e le ultime rivoluzioni on line) .
oramai siamo veramente vicini alla crescita finale di una umanità che non avrà più bisogno di guerre e atti di supremazia per imbastire livelli di superiorità sui minori, questione ,purtroppo ,di altri 200 / 300 anni ,e arriveremo al fatto che ognuno di noi farà parte integrante e insostituibile di una macchina terra che vedrà nella produzione di energie rinnovabili una primitività dei nostri tempi che ci renderà risibili dei nostri sconforti.
tornando al frutto della questione, penso che sia una panzana che noi surriscaldiamo la terra, e che è un miraggio credere che i nostri politici abbiano una visione corretta del significato di una strategia di produzione di energia pulita.
bisogna però stare attenti e a non provocare la desertificazione dei territori, in pratica evitiamo che una risorsa diventi un boomerang che tornando indietro fà più danni che altro. mi spiego meglio , c’è stato un esempio con il burkina fasu, dove una serie di imprenditori hanno (a pro loro) impiantato solo il cotone, garantendo il lavoro a tutta la popolazione ( e ci sono quasi riusciti, infatti lavorano in condizione stradenunciate donne e bambini, gli uomini no, loro rubano per sopravvivere) e il tutto con il controaltare che non c’è più riso o grano da mangiare e inoltre, c’è un problema di inquinamento dell’aria e dell’acqua che rende invivibile il paese.
ora immaginiamo l’italia, tutti pannelli e bio masse, addio coltivazioni, addio paesaggi, addio economia; quindi attenzione , piani programmatici seri ed efficaci, visioni politiche corrette ( periodo 10 – 50 anni)e facciamo rinascere l’impresa senza la politica.
fare i profeti su percentuali non serve più di tanto , fare un piccolo impianto su di un tetto esistente è utile per tutti,non solo per il proprietario, fare un piccolo centro di produzione in una piccola azienda agraria e utile per tutti, non solo per il contadino . ostacolare uno di questi atti è contro di tutti.
nella speranza di non averti tediato,
saluti
massimo
Gentile Massimo
grazie per il commento. Ti rispondo in breve rimandadoti al post di oggi su “gli imprenditori verdi del Nord Europa http://www.lucianavone.it/i-nuovi-imprenditori-verdi-del-nord-europa/. Con l’aiuto del Governo, la voglia di fare e di reinventarsi di fronte a una crisi (oltre alle opportunità di guadagno) 4400 persone (nel freddo dell’Europa del Nord) sono riuscite a riconvertire una piccola comunità con indubbi benefici per tutti. In questo mondo è possibile solo se c’è la volontà di fare: la classe politica dovrebbe prendersi le sue responsabilità e agire anzichè cercare solo consensi.
Come dici tu le potenzialità naturali ci sono, la voglia di fare manca ma sarebbe ora di andare a ripescarla. Forse le nuove generazioni la stanno riscoprendo e in questo il web è sicuramente una bella sfida.