Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

Per Natale Amazon rilancia la campagna “Imballaggio Apertura Facile” utilizzando la parola eco sostenibilità. Sul sito dell’azienda però nessuna traccia di un report dedicato alla sostenibilità, né tantomeno alla responsabilità sociale d’impresa.

amazon-magazzino“Questo è il prodotto meglio confezionato che io abbia mai ricevuto. Nessuna scatola in più, nessun orpello inutile. Solo un adesivo sulla confezione e via, spedito. Così sì che è sostenibile!”.

E’ questo il pensiero di un cliente di Amazon ben felice di poter utilizzare il nuovo Imballaggio Apertura Facile, ora disponibile per oltre 200.000 articoli venduti da Amazon. Cosa c’entri però la sostenibilità con la possibilità di aprire un pacco più facilmente, non è del tutto chiaro. Con l’iniziativa Apertura Facile si sono potuti eliminare 1,67 milioni di metri quadrati di cartone, rimuovere 11,2 milioni di kilogrammi di imballo e ridurre il volume totale delle scatole normalmente impiegate di oltre 410 mila metri cubi. La sostenibilità però è ben altra cosa: navigando sul sito di Amazon si scopre che questo tema non è tra le priorità del più grande venditore di prodotti online del mondo.

Amazon’s Innovations for Our Planet” è lo slogan utilizzato da Amazon per raccontare il proprio impegno a favore dell’ambiente. In questa pagina si può navigare per scoprire cosa fa Amazon per favorire la riduzione degli imballagi, quale l’impegno degli stessi dipendenti per ridurre i consumi energetici e quali le soluzioni per trasferire le merci all’insegna di una mobilità più ecologica.  Anche le sedi ecologiche di Amazon trovano spazio in questa pagina, in particolare quella centrale di Seattle e quella tedesca a Monaco di Baviera dove l’attenzione al risparmio energetico è stata uno dei criteri utilizzati per la loro progettazione. Non mancano poi i prodotti “ecofriendly” che Amazon vende in tutto il mondo e che sono stati direttamente selezionati dai suoi clienti.

Non c’è nessuna traccia  dell’impegno di Amazon verso i 50.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo, così come le azioni intraprese dall’azienda di Jeff Bezos verso la riduzione dei gas serra. Lo scorso inverno un’inchiesta della tv pubblica Ard aveva dimostrato che l’azienda a cui si erano appaltati i servizi di vigilanza utilizzava metodi oltremodo intimidatori per controllare il lavoro dei tanti impiegati, per lo più immigrati dall’est Europa. Lo scandalo non si era fermato alla Germaniama aveva avuto echi anche in Inghilterra dove ilFinancial Times aveva rivelato come anche lì i dipendenti non vivessero condizioni di lavoro ottimali e venissero perquisiti alla fine di ogni giornata di lavoro per evitare possibili furti.

Amazon sembra preferire la strada della beneficenza. Un lungo elenco, dal 2001 ad oggi, traccia i soldi destinati dal gigante della vendita on line per far fonte ai danni causati dalle grandi calamità naturali. Anche il settore no profit può beneficiare della generosità di Amazon: molti prodotti tecnologici vengono destinati ad associazioni non governative e i clienti possono decidere se donare una parte del loro acquisto a favore di queste realtà no profit.

Nulla si dice invece a proposito del riciclaggio dei componenti elettronici che rappresentano il grosso del business delle vendite via Internet. E anche sul fronte dell’utilizzo di energia, Amazon non è messo meglio.

How clean is your cloud” è la petizione che Greenpeace ha lanciato per sensibilizzare le aziende sull’ “uso verde” di Internet. Appello diretto ad  Amazon e  Microsoft che, secondo Greenpeace, non utilizzano ancora energie rinnovabile; Internet è uno dei più grandi consumatori di energia al mondo e grandi aziende come  Google e Facebook ricorrono già da tempo all’utilizzo di fonti pulite.

Probabilmente Amazon, come recita l’apertura della pagina dedicata alla salvaguardia del pianeta, è convinto che basti fare commercio elettronico per incidere meno sull’ambiente o usare la parola ecosostenibilità per pennellare di verde le proprie iniziative. Dubitare è lecito, dal momento che alla domanda su quale è il reale impegno di Amazon a favore della sostenibilità, non è pervenuta alcuna risposta.