Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

Per le due aziende brianzole, MX Group e Solarday, produttori italiani di moduli fotovoltaici che impiegano circa 300 operai per una potenza produttiva di 180 MW, permane lo stato di crisi.

Bianco, rosso e green economy, che fin dalla nascita cerca di seguire in tempo reale le sorti delle aziende del settore attraverso la rubrica “I silurati della green economy”, ha intervistato telefonicamente Christian Vagni della FIM Cisl per avere un aggiornamento sulla situazione e per sapere se sono state superate le difficoltà. Fino a fine anno, secondo le fonti sindacali, 200 dipendenti, un centinaio in Solarday e altrettanti in MX a rotazione, risultano confermati in cassa integrazione.

A settembre 2011 era stata dichiarata, per un mese, la cassa integrazione di 200 tecnici, tra lo stabilimento Solarday di Mezzago e quello MX Group di Villasanta. Com’è oggi la situazione?

Lo stato di crisi è confermato fino a dicembre 2011 anche se occorre fare un distinguo tra le due aziende perché hanno profili diversi, uffici commerciali e clienti differenti. Nel caso di MX Group, dopo due mesi di cassa integrazione pesante, oggi sono riusciti a scaricare le scorte di magazzino e hanno ripreso la produzione su due turni anziché tre. Grazie alla trattativa sindacale, portata avanti in questi mesi, solo 1/3 delle risorse sono state coinvolte nella cassa integrazione. L’azienda ha cercato di ottimizzare al meglio le risorse e gli operai sono stati ricollocati su altre attività come ad esempio tagliare l’erba nei cantieri aperti o nell’installazione di impianti.

Solarday invece, ancora oggi, sta faticosamente riprendendosi e la produzione non è ripartita a pieno regime. Al momento stanno coprendo solo produzioni limitate su linee particolari, come ad esempio le tegole solari che sono dei prodotti su richiesta. Lo stato di crisi è pesante ma siamo riusciti ad ottenere, ad integrazione della cassa ordinaria, 100 euro in busta paga per gli operai a zero ore.

A quando risale la crisi del fotovoltaico brianzolo che purtroppo non sembra essere così momentanea?

Possiamo dire che per entrambe le aziende siamo al terzo verbale di cassa integrazione ordinaria richiesto ad oggi per 8 settimane che segue a quello siglato a settembre di 4 settimane e a un secondo a ottobre, sempre di 4 settimane.

E’ importante sottolineare però che, subito dopo l’emanazione del nuovo conto energia,  già a marzo MX Group era ricorsa per sette settimane alla cassa integrazione, mentre Solarday no. E’ da presumere che le conseguenze del nuovo decreto, per quelle aziende che non le hanno subite subito, stiano arrivando ora, come probabilmente nello stabilimento di Mezzago.

Responsabile, secondo lei, ancora una volta il Decreto dello Sviluppo Economico che ha cambiato in corso d’opera le regole del mercato del fotovoltaico?

Il Decreto del Ministro Romani ha cambiato, dal giorno alla notte, la situazione del mercato e, nel nostro territorio come in altri, c’è stato il blocco immediato di tutti gli ordinativi. Una crisi sicuramente dovuta a una congiuntura difficile a livello internazionale su cui però il colpo di grazia è arrivato dal cambiamento delle regole in corso d’opera.

Situazioni di crisi del solare si stanno riscontrando su tutto il territorio nazionale anche a livello di grandi operatori internazionali. L’operosa Brianza ne è coinvolta. Come stanno le cose dal vostro punto di vista?

In Brianza, oltre a MX Group e Solarday abbiamo anche la neonata Solar Green Energy, con sede a Burago di Molgora, che occupa l’ex stabilimento dove si producevano i noti modellini automobilistici B di Burago. Sono tutte realtà molto importanti dal punto di vista occupazionale perchè hanno dato la possibilità di ricollocarsi a tanti lavoratori che hanno vissuto le crisi degli altri comparti produttivi. Solar Green, nata a fine 2010, ha avviato la produzione di pannelli fotovoltaici. Ad oggi, non è sindacalizzata ma sappiamo che sta lavorando con diretti e somministrati e sta ricercando tecnici specializzati sul territorio. Sicuramente è una realtà quantomeno in controtendenza in un momento in cui i maggiori produttori, anche a livello mondiale, sono in crisi e gli investimenti sono diminuiti.

Le aziende, contattate, non hanno fornito al momento alcuna dichiarazione ufficiale.