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Vendola chiede un tetto per le rinnovabili: insorgono gli ambientalisti ricordando che quella è la strada verso la decarbonizzazione

Cellino S.MarcoFa molto discutere l’intervista rilasciata ieri dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola alla Gazzetta del Mezzogiorno, nella quale il governatore chiede di fatto di contenere lo sviluppo di eolico e fotovoltaico nella Regione. La Puglia, dice Vendola, “non può più pagare in bolletta incentivi e investimenti sulla rete” e l’idea prospettata è quella di fare “un tentativo per sollecitare il governo a un intervento-calmiere”.

L’Europa ci chiede di produrre il 20% di energia pulita entro il 2020. La Puglia ha doppiato l’obiettivo 8 anni prima del termine, con enormi costi per il proprio territorio. Adesso però serve un elemento di rottura”, afferma Vendola nell’intervista. Analizzando lo sviluppo di eolico e fotovoltaico, prosegue: “In questi anni la Puglia ha provato, a più riprese, e sempre invano, a porre il tema di una regolamentazione utile non solo per la difesa del paesaggio ma anche per la tutela di insediamenti produttivi di qualità. Abbiamo provato con la moratoria dell’eolico che ci è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, abbiamo fatto una legge di regolamentazione e poi un regolamento: tutti e tre ci sono stati bocciati per la stessa ragione, cioè che non abbiamo competenze, nonostante per tre volte avessimo provato a supplire alla vacanza legislativa dello Stato”.

Nel frattempo in Puglia è caos, come ben evidenzia un‘inchiesta della Gazzetta del Mezzogiorno del 1 aprile 2014. Scrive Massimiliano Scagliarini: “Oltre ad essere regina delle energie rinnovabili, la Puglia è anche la patria dei più grandi impianti fotovoltaici d’Italia: messi tutti insieme, i pannelli hanno già occupato oltre 4mila ettari di campagna. E installarli, fino ad una certa data del 2006, era un gioco da ragazzi: non serviva nemmeno la Valutazione di impatto ambientale. È un esempio di quella «fretta» che ha caratterizzato la corsa pugliese alle energie rinnovabili: la legge pugliese sulla Valutazione di impatto ambientale era datata 2001, quando i pannelli fotovoltaici erano ancora materia di sperimentazione. Così, bastava una semplice dichiarazione di 4 righi («l’opera non è compresa nelle tipologie di cui agli allegati A e B della legge regionale 11 del 2001») per saltare ogni verifica: a un certo punto la Regione se n’è accorta ed ha cambiato la legge, ma i signori del business solare sono stati più rapidi. Guadagnandosi il diritto a essere valutati con le vecchie regole”.

E dire che di questo primato Vendola ne aveva fatto un cavallo di battaglia, anche in Europa.

Oggi però, sembra aver cambiato idea, o quantomeno indirizzo. Prosegue Vendola: “Noi abbiamo creduto nelle rinnovabili, abbiamo investito energia politica e di gestione. È accaduto tuttavia che questo investimento, giocato su un terreno drogato dagli incentivi e sottratto alla capacità regolativa della Regione, abbia determinato una spinta molto più potente rispetto a quanto potevamo immaginare. È giusto, oggi, constatare con amarezza che le politiche di incentivazione e i ritardi regolatori che permangono tuttora hanno lasciato esposti proprio i territori più generosi verso le rinnovabili. […] Oggi la Puglia ha il primato di produzione italiana sia nell’eolico che nel fotovoltaico, ma questo primato determina enormi costi di infra-strutturazione, che ricadono sulla tariffa elettrica, e impatti territoriali notevolissimi”.

La posizione espressa dal Governatore ha suscitato critiche nel mondo ambientalista. Oggi è intervenuta anche Green Italia, la lista ecologista dei Verdi europei, che attraverso i portavoce Annalisa Corrado e Oliviero Alotto commenta: “Chiudere la porta alle rinnovabili, rinunciando a governarne uno  sviluppo equilibrato e sostenibile per i territori, equivale  necessariamente a spalancare un portone a trivellazioni, potenziamento della raffinazione, ritorno al carbone in maniera massiccia”.

E come al solito, la polemica sembra essere meramente politica peraltro, tra due realtà che entrambe portano nel proprio simbolo, la parola ecologia.